Punta Serpeddì 1067 mt. s.l.m
Il Toponimo Serpeddì
La numerazione militare di età romana, documentata ancora in età medievale dalla Cosmografia dell’Anonimo Ravennate dimostrano l’importanza dell’asse viario Carales – Sarcapos (Cagliari -Villaputzu), cartografia elaborata probabilmente nel VII secolo d.c., come itinerario allora riconosciuto in Sardegna dall’Impero Romano.
Le ipotesi possibili per i centri di Saria e Sariapis, intermedi tra Ad Sinarium e Sarcapos (Sinnai/Settimo-Villaputzu), esistessero già in età nuragica e fenicia.
E’ inoltre possibile formulare qualche ipotesi sui due centri intermedi si Saria e Sariapis. Alcuni resti di insediamento umano sono rinvenibili in località Cuili Seda (Sera), alla confluenza della strada del Parteolla sulla Sinnai-Villasalto, in un valico ben controllato da un sistema di torri nuragiche. Un secondo centro, ben documentato dagli scavi archeologici che hanno riportato alla luce l’insediamento di età romana, è visibile nella zona detta, appunto, Cea Romana, sul Monte Genis, in territorio di Villasalto, al confine col il territorio di Sinnai e sul tracciato dell’antica strada.
L’accostamento dei due nomi ai luoghi indicati non è dimostrabile alla luce dei dati finora disponibili. E’ però curioso osservare l’assonanza dell’antico toponimo di Sariapis con l’attuale Serpeddì, riferito all’intero massiccio montano che ha il culmine nell’omonima cima.
Tratto dal contributo del Sindaco Tarcisio Anedda nel libro “SINNAI Storia e Società” – un lungo viaggio nel tempo.